LE CONCHIGLIE

moneta_03La maggior parte delle famiglie di conchiglie note fino ad oggi, particolarmente quelle che vivono nei mari caldi, si sono sviluppate circa 70 milioni di anni fa. Sono il risultato di un processo evolutivo che è durato milioni di anni e che le ha rese adattabili al costante cambiamento dell’ambiente.

Le conchiglie sono la struttura di calcio carbonato secreto dai molluschi che le abitano. Il nome mollusco fondato da Aristotele nella sua storia degli animali, nel quarto secolo prima di Cristo, con il nome malachia, e voluto poi in mollusco, invertebrato. A differenza degli altri invertebrati, i molluschi hanno un organo peculiare, chiamato mantello. Il mantello contiene diverse ghiandole che secernono calcio in forma liquida e pigmenti colorati che formano la conchiglia dura e protettiva.

La conchiglia è quindi la casa vuota di un mollusco. Comincia con un uovo microscopico, fertilizzato dallo sperma, e si evolve con un lento processo di crescita che impiega diversi mesi o addirittura anni. La forma e colore di queste conchiglie è determinato dal genotipo e dalle condizioni ambientali.

La durata della vita di questi molluschi varia da pochi anni fino a circa 100 anni. L’età viene stimata dagli anelli di crescita che sviluppano esattamente come avviene per gli alberi.

Le conchiglie vivono sul fondo dell’oceano e possono muoversi solo molto lentamente.

I molluschi trovano il loro cibo filtrando le diatomee, piccole alghe, che si trova sul fondo dell’oceano e facendo questo filtrano puliscono l’acqua circostante. Molte conchiglie riescono a nutrirsi anche di piccoli invertebrati e sono in grado di cacciare la loro preda in modo attivo con quello che è chiamata radula, una banda chitinosa che si trova nella loro bocca fornita di numerosi piccoli denti corni e portata all’indietro qui in avanti sul pavimento della bocca nel processo di frantumare il cibo.

La conchiglia protettiva esterna si sviluppa in modo simultaneo con le parti molli del mollusco. La conversione del cibo ingerito nella materia dura e un complicato processo di assimilazione. Ghiandole speciali secernono calcio carbonato che ha depositato come cristalli duri sul labbro esterno del mollusco. Altre ghiandole aggiungono i pigmenti colorati che creano le tinte dell’involucro.

CYPRAEA EGLANTINA

Phylum: Mollusca

Classe: Gastropoda

Famiglia: Cypraeidae

Genere: Cypraea Linnaeus, 1758

Le cipree (Cypraeidae) sono una famiglia di molluschi gasteropodi marini che conta poco meno di 200 specie viventi, distribuite in tutti i mari tropicali del globo.

Le dimensioni vanno da uno a 5 cm.

Caratteristica piuttosto evidente è la conchiglia, globosa, lucida e porcellanacea, con apertura denticolata che si diparte longitudinalmente, alla base. Questa famiglia di molluschi è chiamata così a causa del loro meraviglioso colore e per il loro particolare superficie liscia, di una bellezza che assomiglia alla porcellana, che sono state collezionate per secoli.

La peculiare lucidità della conchiglia è dovuta al fatto che quando l’animale è attivo, questa è ricoperta da un sottile strato epiteliale (mantello) che la preserva dagli attacchi incrostanti.

L’ampio mantello, quando è completamente estroflesso, avvolge con i suoi lobi laterali la conchiglia e secerne da apposite ghiandole le sostanze carbonatiche che costruiscono la conchiglia stessa. Presenta in alcuni casi colore diverso del piede e caratteristiche ornamentazioni di vario genere (papille), ridotte a semplici protuberanze o aventi spesso fogge vistose e colori vivaci.

La crescita della conchiglia avviene attraverso fasi distinte: fase olivi forme, con labbro tagliente e nicchio allungato, simile per convergenza a quello delle specie di Oliva (famiglia Olividæ), quindi la fase bulliforme, più inflata e simile per convergenza ad opistobranchi bullidi (Bullidæ), con proto conca già occultata dall’ultimo grande giro di spira.

La spirale finisce in una piccola apertura per la bocca, che è dotata di piccoli denti su entrambi i margini. I 20 sono importanti per tenere fuori i piccoli granchi che sono in grado di introdursi nella conchiglia e mangiare in mollusco.

In seguito al ripiegamento brusco del labbro a costituire la base labiale, la conchiglia prelude già alla forma definitiva, anche se con denticoli embrionali e colorazione dorsale sfocata. Con l’accentuarsi dei denti e con la comparsa del disegno definitivo (sovente con macchie e punti) siamo alla fase adulta, con base ispessita e dentatura perfettamente formata.

La radula è uno strumento tipico dei molluschi per la rimozione del cibo dal fondale. Si tratta di una struttura retrattile, un nastro chitinoso, ricoperto da varie file di dentelli duri e ricurvi, che poggia su una base cartilaginea.

È presente ad esempio nelle chiocciole e nelle patelle. La radula ha una grande importanza diagnostica, essendo diversa da specie a specie: il suo esame è sovente determinante per poter stabilire l’esatta attribuzione di una specie.

La radula dei cipreidi appartiene al tipo tenioglosso, costituita da un dente centrale (dente rachidiale), con due serie speculari di denticoli laterali (per la precisione un dente laterale e due denti marginali per lato). I denti sono costituiti prevalentemente da chitina ed altre proteine.

La radula fuoriesce dalla cavità buccale del mollusco e “gratta” il substrato, staccando piccole particelle organiche che vengono ingerite e digerite. Gli organismi che usano questo tipo di cattura del cibo vengono chiamati raschiatori.

Le conchiglie porcellana depositano ulteriore materia aggiuntiva lucida.

Il mantello contiene organi sensori tattili che reagiscono con incredibile sensibilità all’ambiente circostante. Con l’aiuto di questi recettori sono in grado di percepire in un certo senso quando è gusti dall’acqua. La capacità di distinguere un predatore da un animale innocuo è cruciale per la sopravvivenza. Solo in cambio del dispendio di un gran quantitativo di energia la conchiglia è in grado di aumentare il suo involucro. Deve rallentare il suo metabolismo e spostarlo in una fase di inerzia. Di solito in questa fase l’animale si seppellisce o si nasconde.

L’animale è notturno, durante il giorno sta al di sotto del corallo

Habitat elettivo è la costa rocciosa o corallina, ricca di anfratti, spugne, alghe ed incrostazioni, nonché molti nascondigli utili a questi animali tipicamente notturni o crepuscolari. È nota qualche specie che usa frequentare, comunque non stabilmente, habitat sabbiosi o fangosi. La maggior parte delle specie vive entro i primi 20 metri dalla superficie, con alcune eccezioni che possono arrivare anche 500 metri di profondità.

Il loro habitat è frequentemente limitato a piccole aree. Vivono nelle aree coralline degli oceani tropicali caldi

Le abitudini alimentari spaziano dal regime prettamente spongivoro ad una dieta mista di alghe, antozoi, ecc. Il nutrimento viene asportato dal substrato per mezzo della radula, struttura comune a tutti i gasteropodi

Tutte le specie sono a sessi separati e depongono numerose uova in anfratti come gusci di conchiglie vuote o sassi capovolti. La femmina staziona sulle uova per lungo tempo, ricoprendole con il piede per proteggerle. Dopo la schiusa, in molti gasteropodi si sviluppa una larva planctonica (veliger) che si lascia trasportare dalla corrente. Alcuni generi, tra cui i Cypraeovula, mancano di stadio larvale e lo sviluppo è diretto, mostrando di conseguenza una maggiore attitudine a dare luogo a varianti localizzate.

La riproduzione dei molluschi è molto differente. Secernono milioni di uova e di sperma nell’acqua la maggior parte si riproduce in modo sessuato e la fertilizzazione al luogo all’interno dell’organismo

Le uova sono disposte in cluster con lunghe strisce

Solitamente secernono le uova in cluster di circa 100.000 unità ogni anno per ogni femmina. La femmina opera una sorta di cova finché i piccoli non nascono. Dopo un paio di settimane le larve sono in grado di nuotare.

USI E SIMBOLI

Le conchiglie sono i tesori del mare. Per diverse ragioni sono state spesso collezionate anche in età preistoriche: per le loro forme e colori come decorazioni oggetti di commercio per rituali (in molte culture africane) e anche come una forma primitiva di moneta.

Gli antichi egizi dicevano che gli dei non tenevano conto nel corso della vita dell’uomo del tempo speso collezionando conchiglie. Questo significava che era un’attività che conferiva una sorta di sospensione dal tempo.

Cipro era il luogo di nascita della dea Afrodite e le conchiglie cipree erano le conchiglie di Afrodite. Afrodite nacque dalla spuma del mare davanti alla spiaggia di Paphos (Cipro). Nell’Iliade si esprime la versione delle sue origini, secondo la quale era considerata una figlia di Dione, che era l’originale dea oracolare a Dodona. In Omero, Afrodite, avventurandosi in battaglia per proteggere suo figlio Enea, viene ferita da Diomede e ritorna dalla madre, per chinarglisi in grembo e essere confortata. “Dione” sembra essere un equivalente di Gea, la Madre Terra, che Omero ha rilocato nell’Olimpo, che a sua volta fa riferimento ad una ipotetico pantheon originale proto indo-europeo, in cui la principale divinità maschile è rappresentata dal cielo e dal tuono, e la principale divinità femminile (forma femminile dello stesso dio) è rappresentata come la terra o il suolo fertile. La stessa Afrodite viene talvolta indicata come “Dione”. Una volta che il culto di Zeus usurpò quello dell’oracolo di Dodona, alcuni poeti lo resero il padre di Afrodite.
Il principale centro di culto di Afrodite rimase a Paphos, sulla costa sud-occidentale di Cipro, dove la dea del desiderio era da lungo tempo venerata come Ishtar e Ashtaroth. Si dice che inizialmente arriva a Citera, un punto di collegamento commerciale e culturale tra Creta e il Peloponneso. Si ha forse così un indicazione del percorso del culto originario di Afrodite, da levante alla Grecia continentale.

Il nome conchiglia di porcellana si riferisce alla struttura della conchiglia. Quando Marco Polo portò della porcellana cinese in Europa alla fine del 16º secolo notò la somiglianza della porcellana con la conchiglia; poiché queste conchiglie erano chiamate un tempo “i porcellana” questo nome fu trasferito al tipo di stoviglie e di materiale importato dalla Cina. Subito fu creduto che la porcellana fosse fabbricata a partire dalle conchiglie.

Il nome tedesco, Kauri, deriva da Karuna, la parola tantrica per amore materno. Occasionalmente è stato tradotto anche come “la luminosa” l’aspetto verginale della divinità femminile. È anche il nome della vulva. Queste conchiglie sono state il simbolo della vulva divina, che implica l’idea della rinascita. I sarcofagi venivano decorati con questo motivo.

Le donne romane chiamavano le cipree “matriculus”, ed erano il simbolo dell’Alma mater, l’anima madre o la sacerdotessa che insegna. Infatti gli studenti oggi devono ancora immatricolarsi. L’alma mater romana insegnava la filosofia dell’amore esattamente come l’amore per la filosofia.

USI

Fu usata come moneta, per 3000 anni; tra i cinesi gli arabi nei paesi del centro Africa in India come scambio per schiavi avorio. L’ideogramma cinese che indica la parola pagamento assomiglia a una ciprea stilizzata. Vari documenti le quantificano anche il valore corrente. Il governo coloniale abolì le conchiglie come pagamento solo nel 1923.

Sono usate anche come gioielli in diverse culture.

Nella medicina tibetana queste conchiglie sono usate nel trattamento di tumori benigni o maligni di vari tipi.

MITOLOGIA

La conchiglia ciprea è uno degli amuleti più antichi; è un esempio noto di una conchiglia a cui è stato conferito un significato simbolico in molti culti e credenze a causa della sua forma la piccola apertura nella faccia inferiore della conchiglia rimanda alla forma del genitale femminile, e per questo in molte culture antiche è stato considerato il simbolo della fertilità femminile.

Sono importanti simboli in rituali religiosi. Venivano considerate doni dell’oceano e dotati di poteri soprannaturali. Venivano considerate avere poteri magici.

Sciamani e sacerdoti le usavano in rituali per portare la pioggia, per portare salute e benessere, per la fertilità e raccolti abbondanti o per cacciare i nemici.

In Nigeria nel sud Pacifico in Giappone tra i mauri e anche oggi, nell’Italia del sud, alcune ragazze indossano collane fatte di conchiglie come amuleti contro l’infertilità alle malattie veneree; i romani chiamavano questa conchiglia Concha Veneris.

In Cina era considerato una garanzia della continuazione della vita e un buon cibo per i morti nell’aldilà.

Queste conchiglie sono state ritrovate anche in siti di sepoltura paleolitici risalenti all’uomo di Cro-Magnon.

Nelle isole Figi erano riservate al capo villaggio, che le indossava come segno di dignità, perché è era loro attribuito un potere soprannaturale, e la residenza dello spirito del capo villaggio. Venivano passate di generazione in generazione e un uso inappropriato era severamente punito. Anche in Zaire erano simbolo dello stato reale.

Sulle isole Salomone venivano attaccate alle canoe da guerra per proteggerle e dare loro potere.

Gli antichi egizi le consideravano simbolo di fertilità, ma erano anche usate come amuleto di protezione contro “l’occhio del diavolo” e le forze demoniache, perché l’apertura era vista come un occhio mezzo aperto circondate da ciglia; la stessa credenza riguardante l’occhio del diavolo era stata poi diffusa dalla Grecia nell’antica Roma, in India, nel Medio Oriente e in alcune parti dell’Europa.

Alcune tribù di nativi americani usavano queste conchiglie sui vestiti per alcune cerimonie.

Le conchiglie hanno avuto funzione di amuleto in molte parti del mondo: dall’Asia al Pacifico, dal Medio Oriente all’Africa, le conchiglie sono state sempre associate alla sessualità femminile; la similitudine con la «nascita» è basata sul fatto che quando la conchiglia si apre, mostra il mollusco che vive internamente.

Nella «Nascita di Venere» di Botticelli è rappresentata la dea dell’amore che nasce proprio da una conchiglia.

La conchiglia diffusa nelle zone di religione Buddista e Indù, è una conchiglia a spirale: nel Buddismo simboleggia la voce di Buddha, mentre per gli Indù è sacra a Visnù e simboleggia il richiamo che risveglia dall’ignoranza. Come porta fortuna è associata all’oratoria e all’apprendimento, ma protegge anche dalla miseria e dalla povertà.

Questa conchiglia marina si presta a due interpretazioni simboliche:

  1. Ciprea = occhio: nella sua forma si potrebbe individuare un occhio umano. Per questo motivo era talvolta situata nell’orbita oculare dei morti in sostituzione degli occhi, perché fornisse al defunto capacità visive nell’aldilà (consuetudine dell’Africa Occidentale, dell’Egitto, del Borneo e della Nuova Zelanda). In Nigeria i copricapo da cerimonia spesso erano incastonati con conchiglie di ciprea perché davano l’impressione di numerosi occhi rivolti verso ogni direzione; in India la mucca, animale sacro, è ornata con conchiglie di ciprea intorno al collo.
  2. Ciprea = vulva: in alcuni testi antichi si fa riferimento alla ciprea come simbolo della «porta femminile della vita» perciò diventa simbolo ed espressione di fertilità.

Il significato sessuale della conchiglia di ciprea può essere rintracciato nel Pacifico Australe, nel Medio Oriente e lungo le coste del Mediterraneo. In Giappone, anticamente, le partorienti avevano l’abitudine di legare una conchiglia sulle gonne o di stringere nelle mani una conchiglia di ciprea durante il travaglio per favorire il parto.